La traduzione di Chairside è “poltrona” e negli ultimi anni, con questo termine si intende la protesi, la corona, il ponte o l’intarsio fatto alla poltrona del dente.
L’odontoiatra o la studio che realizza questa tecnica, ha investito in un sistema composto da più macchinari.
- Uno scanner intraorale serve ad acquisire l’impronta della bocca dopo aver rilevato l’impronta del dente limato dell’antagonista e del morso, non utilizzando più le solite paste.
- Un programma CAD progetta la corona determinandone la forma, i contatti e il materiale.
- Successivamente con un fresatore da studio CAM viene inserito il materiale, dal quale verrà fresata la corona progettata.
- Infine, la corona verrà colorata e inserita in bocca al paziente.
Fino a qui sembra tutto perfetto, soprattutto per il paziente, che avrà la sua corona in poco tempo.
Noi che abbiamo clienti che si sono dotati di questi macchinari in studio e vediamo cosa riescono a fare lo consideriamo un ottimo sistema per fare delle protesi provvisorie, immediate e per realizzare intarsi.
Il charside è ottimo anche per velocizzare i tempi di attesa del paziente, ma diventa difficile definirla una protesi definitiva e di qualità, come quelle che vengono invece realizzate in un laboratorio competente, proprio perché questa protesi è mancante di alcuni elementi essenziali.
L’odontotecnico è il produttore e fabbricante di protesi dentali e, noi facciamo questo mestiere da più di 30 anni, partecipando continuamente a corsi di formazione e conferenze sulle novità del settore.
I motivi per il quale il charside non può essere considerato una prestazione di qualità sono i seguenti:
- Esistono tanti modelli che si differenziano tantissimo per la precisione degli scanner.
- Non c’è un modello materiale preciso da dove verificare e controllare la forma e i contatti per la biomimetica, né per ottimizzare l’articolazione per le centriche, gli svincoli e i punti di contatto, ma sopratutto il fitting della corona sul moncone è più importante di tutto il bordo di chiusura del manufatto, che con le sue caratteristiche, ne garantisce la durata nel tempo a prescindere dall’utilizzo o meno di tecnologie digitali.
- Questi processi vengono fatti in laboratorio, al microscopio e richiedono in primo luogo conoscenza perché è necessario saperle fare accuratamente e, in secondo luogo, tempo per eseguirle.
Per questo è molto difficoltoso se non impossibile fare tutto in uno studio e in tempi brevi.
Difficilmente lo studio è organizzato come un laboratorio per la realizzazione esclusivamente di protesi dentali, che, come il nostro, deve conseguire una prestazione di eccellenza.
Molto spesso il Chairside viene proposto come una prestazione di qualità uguale o paragonabile a quella che può fornire un team di professionisti composto da medico e tecnico, ma è ovvio che non può esserlo, altrimenti tutti farebbero a meno degli odontotecnici.
Per questo motivo il paziente deve essere messo al corrente che si tratti di una protesi che ha altre caratteristiche, ma che non può avere quelle di una corona definitiva fatta in un laboratorio odontotecnico.
Il laboratorio, infatti, è organizzato per ricevere impronte sia tradizionali che acquisite con scanner intraorali dai quali svilupperà dei modelli fisici in gesso o modelli da file CAD realizzati con stampanti 3D che serviranno a verificare la congruenza della corona.
Crediamo sia importante, se non fondamentale, per fidelizzare e rispettare il proprio paziente, essere chiari su quello che gli viene offerto e cosa paga con i suoi soldi altrimenti non c’è da lamentarsi se come è arrivato se ne va.
È proprio facendone una questione solo di soldi e di tempo che le persone si affidano a cliniche low-cost o al turismo dentale, pagando successivamente un prezzo carissimo. Perché dopo il fallimento o l’insuccesso della protesi, saranno costretti a rivolgersi a chi si impegna a fare odontoiatria di qualità, ma non ci saranno più le condizioni iniziali che saranno vincolate dagli interventi successivi, diventando tutto più difficile e costoso.