L’impianto dentale è sicuramente una pratica consolidata della moderna odontoiatria ed è costituito da una piccola vite in titanio cava che, se inserita nell’osso, sostituisce la radice del dente mancante.

Ci sono moltissime considerazioni da fare a riguardo, iniziando dalla produzione della “piccola vite”: basti pensare che, ad oggi, solamente in Italia esistono più di 300 piattaforme implantari, di cui solo circa una ventina sono venduti a livello internazionale. Tutti gli altri, invece, sono frutto di produzioni nazionali che molto spesso non rispondono agli standard mondiali.

Di seguito ne elenchiamo alcuni:

  1. La qualità del Titanio con il quale l’impianto viene fabbricato
  2. I test di resistenza con i vari carichi che dovranno sopportare
  3. Il controllo della precisione di ogni singolo intervento di costruzione
  4. Il controllo di ogni accoppiamento delle varie componenti
  5. Il trattamento delle superfici che dovranno consentire l’osteointegrazione
  6. La standardizzazione delle fasi produttive
  7. Il confezionamento in camere bianche con atmosfera controllata
  8. Il controllo qualità di ogni singolo pezzo per ogni fase produttiva
  9. La sterilizzazione con raggi gamma prima della commercializzazione
  10. Lo stoccaggio di un quantitativo obbligatorio di pezzi a garantirne la reperibilità nel tempo da chi li ha in bocca.
  11. Le decine di controlli obbligatori per garantire la commercializzazione
  12. La distribuzione internazionale del prodotto con una organizzata rete di vendita con personale specializzato e formato

Tutto questo naturalmente influisce molto sul prezzo.

Infatti, per il paziente è molto importante richiedere e conservare il “passaporto implantare”, che identifica quel preciso impianto con marca e dimensioni.

Questo serve a garantire la reperibilità dei pezzi nel tempo e la provenienza, altrimenti si rischia di non sapere che tipo di impianto il paziente abbia in bocca e, di conseguenza, ci potrebbe essere la possibilità di non poter più intervenire o di poterlo utilizzare successivamente.

Nei casi più complessi, dove è necessario inserire più impianti e coinvolgere più elementi dentali, è fondamentale un buon lavoro di team tra Chirurgo, Protesista e Odontotecnico per pianificare il progetto protesico, poiché sono veramente tanti gli aspetti da valutare prima di procedere alla riabilitazione estetica e funzionale di un organo così complesso come la bocca.

Ecco perché è molto difficile poter eseguire tutto insieme in una volta sola o in pochi giorni, come promettono molte cliniche all’estero e, ultimamente, sempre più anche in Italia.

Inoltre, deve essere considerato e valutato un progetto per l’inserimento dell’impianto.

È certamente possibile avere al giorno d’oggi una protesi definita “a carico immediato”, ovvero applicata contemporaneamente all’inserimento degli impianti, ma, ovviamente, sempre dopo un’attenta pianificazione del caso.

Quando una zona estetica del sorriso deve essere riabilitata, occorre avere un’attenzione particolare a tutto quello che non è solamente il dente, ma anche alla gestione dei volumi ossei, con incrementi delle mucose con innesti, tutti elementi che fanno da cornice al dente stesso, perché questo potrà essere anche bellissimo, ma se tutto il resto non sarà apposto si noterà sempre un deficit.

Per gestire al meglio tutto e non avere sorprese sulla corona definitiva, occorre fare dei provvisori per gestire e condizionare i tessuti molli (la gengiva) alla forma che avrà.

Solo dopo che i tessuti saranno maturi avremo la sicurezza che rimarranno stabili nel tempo.

Come ultima fase si costruisce la corona definitiva sopra l’impianto, la quale, potrà essere fatta con questi materiali:

  • Metallo ceramica
  • Disilicato di Litio monolitico
  • Disilicato di Litio con ceramica stratificata
  • Zirconia monolitica
  • Zirconia con ceramica stratificata
  • Composito monolitico
  • Composito stratificato
  • Resina monolitica
  • Resina stratificata

E potrà essere:

  1. Avvitata direttamente sull’impianto e, per questo presenterà un foro di accesso alla vite che verrà successivamente tappato.
  2. Cementata su un moncone avvitato quando l’asse dell’impianto obbligherebbe ad avere il foro di accesso in una zona anteriore visibile
  3. Il moncone utilizzato può essere dell’azienda produttrice (standardizzato)
  4. Oppure occorre per estetica, o alto motivo, un moncone personalizzato costruito in laboratorio (castomizzato).

La scelta del tipo di corona, o dente da costruire, è sempre valutata e richiesta dall’odontoiatra in base al caso specifico e alle sue conoscenze cliniche.

Occorre un certo periodo di tempo dall’inserimento dell’impianto alla sua protesizzazione con una corona definitiva.

In sintesi, per capire quali siano i tempi necessari per ottenere un risultato di eccellenza è necessario aver presente e bene a mente i seguenti passaggi:

  1. Studio del caso.
  2. Pianificazione del progetto.
  3. Inserimento dell’impianto.
  4. Attesa dell’osteointegrazione circa 4-6 mesi.
  5. Applicazione del provvisorio per gestire i tessuti fino a maturazione di questi, da 6 mesi a 1 anno.
  6. Protesizzazione con corona definitiva 1 mese circa

Ecco perché conviene dubitare di chi promette tutto subito e magari spendendo anche poco, anche se, d’altronde, non è altrettanto detto che spendendo tanto si abbia una garanzia di successo.

L’importante è verificare l’accuratezza dei risultati dei casi già risolti e pretendere più garanzie possibili sulla marca di impianti tramite il passaporto implantare e richiedere la certificazione 93/42 rilasciata obbligatoriamente dal laboratorio al dentista dove vengono indicati:

Il laboratorio, le caratteristiche della protesi e i materiali che la compongono.

I costi per questo tipo di impianto variano tantissimo e sono veramente difficili da standardizzare.

Per qualsiasi domanda ci potete contattare alla nostra mail.